I giorni del Cogliona

Quinta settimana

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Passata pasqua e pasquetta, oramai alcune dinamiche della quarantena sembrano del tutto assimilate dal popolo e ovviamente mi ci metto anche io.

Ma quello che più mi spaventa o che questa settimana mi ha spaventato è vedere come la gente si stia abituando alla quarantena come se questa cosa, questa situazione sia normale come un giorno qualsiasi.
In realtà non stiamo vivendo una situazione normale e non ci dobbiamo in qualche modo abituare a questa situazione e chi dice che torneremo come prima secondo me distorce il messaggio e ipnotizza le persone  cercando di renderle più coglione del solito.

Credo che non dobbiamo ritornare come prima ma meglio di prima, dobbiamo rispettare la persona accanto, dobbiamo rispettare la comunità, aiutarci tra di noi, sorridere alla natura perché come state vedendo ora siamo noi dall’altra parte della gabbia e se non l’avete ancora capito la natura se c’è o non c’è l’essere umano non è che gli interessa più di tanto anzi mi sembra di vedere che più non ci sei e più lei sta alla grande.

Comunque questa quinta settimana è stata molto riflessiva, me ne sono altamente fregato i coglioni di mascherine, di ffp2, ffp3 e cazzi e mazzi perché se stai sempre lì è un delirio e non ne esci più fuori.

Certo ora ci sentiamo ingabbiati però mi sembra di notare che andando avanti questa situazione sta rientrando nella normalità, per alcuni ovviamente, per quello che vedo io; sta diventando un’abitudine anche fare la spesa in questa situazione in fila, con carrello, con le mascherine e i guanti.
Sta diventando un’abitudine sentire lo speaker radiofonico del supermercato che invece di mettere musica passa continuamente le linee guida dettate dal dpr del ministero, le distanze di sicurezza, come fare la spesa, quando e come, di essere veloce e di non ostacolare gli altri… e che cazzo se continua così al posto di prendere il minimo indispensabile prendo una bottiglia di vodka e andate tutti a quel paese.

L’abbiamo capito il messaggio, lo sappiamo quanto è il distanziamento sociale, che dobbiamo fare la spesa una volta alla settimana, che dobbiamo uscire lo stretto necessario.

OOOOOOOOOHHHHHHHHHHHMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM

Il resto della settimana è passato come al solito, qualche bestemmia nel fine settimana perché venerdì pomeriggio e sabato per tutto il giorno c’è stato un sole spettacolare e stare in questa situazione con un tempo così, che ti invita ad uscire non è facile resistergli.

Per il resto, per tutta la settimana ho guardato poca tv, mi sono solo concentrato sui libri e su quello che dovevo fare per lavoro, coltivando e sentendo qualche amico.

Perchè non ti sei informato sulla situazione italiana?

Perchè se lo fai impazzisci, non c’è una voce comune in nessun settore, non c’è nessuna voce che riesca a dirti la Verità’.
Sento il nostro ministro della cultura e del turismo parlare di Teatro in streaming e mi viene da pensare che un nuovo possibile direttore artistico di un teatro potrebbe diventare, se non lo è ancora diventato, Maria de Filippi.
Ministro se parli di streaming non lo chiamare Teatro.

Per il resto sento poco parlare di Musica, e qui mi viene in aiuto il Maestro Ezio Bosso con il quale vi lascio con queste due frasi tratte dal suo intervento su una nota trasmissione televisiva, Propaganda Live:

 

“La musica e l’arte sono dei comparti produttivi, noi produciamo benessere e coadiuvante sociale. La musica è una terapia, per me anche personale, in questo momento mi manca e mi sta non facendo bene. La musica è una terapia per la società”

 

“Sono ottimista perché mi fa paura il concetto di normalità. Gli uomini hanno bisogno di stare vicini. Non c’è un futuro senza la vicinanza, senza lo stare insieme”

 

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