Sesta settimana
Domani è il 25 aprile, una data veramente importante per noi, soprattutto in questo preciso momento dove tutti noi, donne e uomini stiamo passando.
Avevo pensato di potervi allietare, almeno per questa settimana, descrivendo ogni singolo giorno ma ve lo risparmio perché tanto tutti i giorni sono diventati identici.
Di una cosa vi vorrei raccontare.
L’altro giorno, approfittando della riapertura delle librerie ho ordinato tre libri che cercavo da molto tempo e visto che ho molto tempo a disposizione non li ho ordinati su Amazon… ho preferito aspettare.
Quando dalla libreria mi hanno avvisato dell’arrivo dei libri ne ho approfittato per sgranchirmi le gambe, vedere la città e devo dire che mi si è aperto uno scenario silenzioso, pochissima gente in giro, negozi chiusi in centro e immagino solo lontanamente come quest’ultimi si possano sentire adesso e quando riapriranno, con che spirito e con quali soldi?
Entro in libreria, prendo i libri, scambio due parole con l’edicolante che sta dietro ad una vetrata in plexiglass leggero, con tanto di mascherina e guanti; pago e vado diretto in farmacia a piedi noto alcuni scorci, dettagli che durante la solita routine, smog quotidiano non avevo mai notato il dettaglio.
Uscendo dalla farmacia, vado per entrare in un supermercato ma c’è già la fila fuori e quindi desisto e ritorno verso casa passando dentro ad un parco, noto i nastri che la polizia municipale hanno messo per vietare l’ingresso tagliato, strappato anche il foglio di vietato l’ingresso.
Noto che per ovviare alla situazione, credo, il Comune abbia smesso di tagliare l’erba ed ora è alta mezzo metro.
Arrivo a casa e mi accorgo che la via è ancora più desolante della città.
Infatti se le ore, i giorni passano quasi come se niente fosse, mi sto accorgendo che la gente spinta dalla notizia della riapertura prevista per il quattro maggio, sembrano tutti sollevati, tutti contenti, pensano che è tutto passato, tutto sollevato, macchine in giro più di prima, qualcuno senza la mascherina.
In Tv, come al solito, mitragliano trasmissioni su trasmissioni che ti spiegano, ipotizzano, teorizzano sull’uscita, sull’apertura: esperti, teologi, filosofi, tuttologi, esprimono le loro opinioni su tutto e in disaccordo su tutto.
Questa cosa crea?
Paura, confusione, smarrimento nelle persone che non ci capiscono nulla o che non hanno tempo perché stanno attraversando diversi, seri problemi.
Ora, posso capire che bisogna tornare a lavorare però io mi chiedo perchè straparlare di tutto non sapendo nulla di tutto?
Riaprire in una situazione del genere, come è possibile?
Mi manca di sapere il come.
Purtroppo quello che le televisioni, i tg non dicono è che questo virus gira nelle zone più inquinate d’Italia; lo vogliamo dire una buona volta per tutte.
Vogliamo dire che non dobbiamo tornare più come prima perché è proprio la condizione che vivevano prima che ci fa vivere questa situazione attuale?
Vogliamo dire che ci vorrà del tempo, tanto tempo prima di ritornare ad una “normale” vita.
Si parla di crisi, di perdita del lavoro, della crisi culturale, del turismo, del commercio, ecc..
Vogliamo intervistare i tecnici audio, video, registi, scenografi, costumisti, insomma quelli che stanno dietro alle quinte, negli eventi, nei live… che fine faranno queste persone?
Le loro famiglie?
I figli?
Purtroppo, io, non so dare nessuna risposta.
Però invece di intervistare i classici volti famosi che tanto vivono senza alcun pensiero, perché non intervistare qualche tecnico che sta in una situazione di merda?!?!
Parliamoci bene, ragazzi finché non si troverà una soluzione sanitaria; live, sagre, fiere, insomma tutto ciò che riguarda un numero elevato di gente sarà duro che accada per quest’anno.
Buon 25 aprile.