A distanza di un anno siamo ritornati a Visso, Ussita e a Castelsantangelo sul Nera.
L’anno scorso ci siamo andati verso la fine di luglio invece quest’anno durante la settimana di ferragosto.
Ci ho pensato molto se era giusto o meno pubblicare questo post e infatti ho deciso di farlo senza voler urtare la sensibilità di nessuno, tantomeno di chi vive questa triste situazione anzi c’è la volontà di scrivere le reali condizioni viste in un giorno sperando che questo racconto arrivi a chi non sa nulla o a chi sa poco ma comunque sia vuole saperne.
Preciso, non ho dati con me che possano documentare ciò che sto scrivendo, sono solo sensazioni che ho potuto constatare con i miei occhi partendo dal presupposto che è molto difficile ripartire e che quelle zone non devono essere MAI abbandonate.
A distanza di un anno Visso con le sue attività del parco del laghetto, credo si chiami così, ci sono attività dal mattino alla sera pronte ad accogliere turisti e non.
La zona del centro di Visso è rimasta zona rossa come l’anno scorso.
L’unica notizia negativa, alle ore 10.30 del mattino non erano del tutto aperti i negozi di prodotti tipici della zona ma abbiamo cercato di dare un contributo con una “robusta” colazione al bar e prima di andarcene abbiamo fatto acquisti dal panettiere L’albero del pane.
Poi ci siamo recati ad Ussita e se l’anno scorso la zona centrale era zona rossa quindi chiusa quest’anno è aperta, infatti siamo entrati per fare due passi senza scattare nessuna foto per il rispetto della gente e la memoria che deve essere scolpita e ben impressa nella nostra mente e non nei cellulari.
Dopodichè ci siamo recati nell’area per i negozi di generi alimentari, bar ecc…
Lì purtroppo, non abbiamo visto molto movimento escludendo la gente del posto perchè forse, ipotizzo, è un paese di passaggio per la montagna che si vede dai giardini quindi magari di mattina non c’è tanta gente perchè prima vanno in montagna e poi a ritorno fanno una capatina a Ussita e poi non hanno una zona parco come a Visso.
Certo è impressionante vedere la piazza vuota con i due hotel abbandonati a loro stessi.
Tornando indietro abbiamo preso la strada per Castelsantangelo sul Nera e devo dire che qui la situazione non è migliorata anzi abbiamo notato che a ridosso della strada ci sono pezzi di massi che stanno cadendo dalla montagna ma protezione civile e militari soprattutto si stanno attivando moltissimo con delle barriere protettive, credo si chiamino così, per rendere più sicura la strada.
Come mai questa notizia non è stata riportata da nessun telegiornale?
Non dico che è estremamente pericoloso passarci anzi ci si passa volentieri ed è agibile, ma almeno sarebbe stato opportuno che qualche telegiornale lo avesse riportato in modo tale da avvisare gente che come noi vuole andare lì per dare un modesto contributo.
Passando agevolmente la strada, siamo arrivati a Castelsantangelo sul Nera e devo dire che la situazione non è delle migliori.
Anche se la zona delle SAE è vicina alla zona dei negozi di primo genere non ho notato un gran movimento ma devo dire che c’è un negozio che vende prodotti tipici, di produttori locali, che sono uno spettacolo a vederli e una goduria nel degustarli.
Dopo aver comperato qualche prodotto tipico ho notato, come dicevo prima, che non c’era tanto movimento.
Forse perchè lì è una zona di passaggio per Castelluccio? O perchè come Ussita non hanno un parco come Visso?
Ovviamente ho tralasciato la parte descrittiva dello stato delle crepe che si vedono nei rispettivi paesi ma non c’è nulla da aggiungere perchè è un colpo al cuore vedere dei bellissimi posti colpiti interamente dal sisma.
Molte cose sono migliorate ma c’è tanto lavoro da fare e noi non dobbiamo MAI dimenticarli.
Le macerie, a Castelsantangelo sul Nera, ne ho viste nella zona a lato dei negozi dove si può accedere facilmente perchè è segnalato un percorso di un sentiero.
Ritornando verso casa mi sono fatto alcune domande:
Le frazioni?
Che fine faranno ?
Come sono messi quei piccoli paesi o frazioni come ad esempio Appennino e Muccia? Che notizie abbiamo?
Tutte queste domande sono solo uno spunto di riflessione perchè a quanto so all’estero, non si parla più di questi territori:
chi me lo riferisce?
Mio fratello che vive da oramai 4 anni a Monaco di Baviera, che appena è sceso dall’aereo dall’aeroporto delle Marche, vi lascio immaginare lo stato in cui versa l’aeroporto tant’è che ha subito scritto una email al presidente della Regione Marche…sta ancora aspettando una rispsota, ha volutto sapere in che condizioni erano i luoghi colpiti dal sisma per poi visitarli e comperare qualcosa il giorno dopo.
Se queste zone vivevano e vivono ancora di turismo sia d’estate che d’inverno,
Perchè non si potenziano i mezzi di comunicazione, di accoglienza per e dall’estero?
Non è che bisogna non fargli vedere quei posti con le crepe del sisma anzi bisogna farglieli vedere ma soprattutto fargli vedere che la gente non demorde, che la gente non si arrende, che il marchigiano va avanti lo stesso e lì i marchigiani stanno andando avanti e non si stanno abbandonando all’abitudine e al lamento. Bisogna che queste zone rivivano, che si continui a parlare di loro, che il turista sia italiano che straniero venga in quelle zone per respirare aria pura e vedere la gente che nonostante tutto è attiva, che non è morta.
Forse ora non basta più, almeno lo dico per me, dare dei piccoli contributi, forse serve altro.
Ad esempio poco prima di Castelsantangelo c’è un’area camper, piccola ma c’è, dove si potrebbe potenziare; visto che le persone del nord Europa si muovono per lo più con il camper.
Perchè non potenziare i giardini di Ussita facendo diventare fulcro di attività come il parco del laghetto di Visso?
Credo che oramai il turista o chi per lui va in quei posti solo un giorno e poi se ne torna non abbia nessun senso, si devono creare le condizioni giuste ed ideali per fare in modo che quel turista o chi per lui rimanga per molti giorni e non che prende qualcosa e poi se ritorna a casa.
Ma di ritorno verso casa mi sono detto che dovevo fare qualcosa, che non basta più andare lì ed acquistare e consumare prodotti.
Bisogna fare molto di più.
Che cosa posso fare allora?
Come posso aiutare questa fantastica terra?
Ecco la mia proposta:
Da un paio di anni sto sviluppando un progetto in ambito turistico, da pochi mesi sono ritornato dall’estero per un progetto di Erasmus dove ho appreso e potenziato il mio progetto e a dicembre dovrò andare all’estero e al nord Italia per promuoverlo:
Che ne pensate se ci mettessimo insieme per promuoverci, per promuovere tutti noi?
Brochure, volantini, prodotti di qualsiasi tipo, unirsi per non far dimenticare questa fantastica terra dei Monti Sibillini che ancora respira e parla al cuore.
Studiare insieme un’idea comune per far arrivare a chi magari non lo sa che queste zone non sono morte anzi sono vive più che mai.
I Monti Sibillini ci sono, le Marche di più, tutte insieme.
Questo è il mio modesto contributo che vorrei dare insieme a chi vorrà unirsi, costruirlo, condividendolo tutti insieme.